TERAMO. Quel debito nei confronti dell’Inps era prescritto per cui Equitalia non poteva inviare l’intimazione di pagamento per la riscossione di oltre 58mila euro. Il tribunale di Teramo – con sentenza pronunciata il 19 giugno scorso dal giudice della sezione lavoro Maria Rosaria Pietropaolo – ha accolto il ricorso di un imprenditore teramano e ha annullato l’atto di Equitalia. La causa era sorta in seguito al mancato pagamento di contributi Inps per i quali Equitalia aveva inviato tre cartelle: una per l’importo di 1.619 euro, un’altra per 1.699 euro e la terza per l’importo di 17.897 euro. Un debito che, aggiunto alle altre spese, aveva determinato l’intimazione di pagamento di 58mila euro. L’imprenditore – rappresentato nella causa dall’avvocato Berardo Di Ferdinando – non aveva mai impugnato le cartelle, ma in assenza di un atto di intimazione nei termini prescritti – arrivato, secondo quanto stabilito dal giudice, oltre il termine in di 5 anni dopo i quali matura l’estinzione – Equitalia non può più esigere la somma.
«Il credito», si legge nella sentenza, «è sì divenuto irretrattabile per effetto della mancata impugnativa delle cartelle entro il termine prescritto, ma resta pur sempre suscettibile di estinzione per effetto del maturare del termine di prescrizione». Infatti, si legge ancora nella sentenza, «le intimazioni di pagamento relative a due delle cartelle per cui è causa risultano comunque notificate quando era già decorso il termine quinquennale dalla data di notifica delle singole cartelle di pagamento non opposte». Il giudice ha quindi dichiarato «non dovute» le somme richieste da Equitalia annullando l’intimazione di pagamento e condannando la stessa Equitalia al pagamento delle spese di lite. (red. te.) (©RIPRODUZIONE RISERVATA – dal quotidiano “Il Centro” del 06/07/2017).
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